Al primo piano di Palazzo Mazzolari Mosca si costituì nel 1888  una scuola di arti applicate all’industria. Ha un bilancio di 5000 lire e la locale Cassa di Risparmio  stanzia 2000 lire per supportarla. Le lezioni si tenevano nei giorni feriali dalle ore 18.00 alle ore 20.00, di domenica dalle ore 8.30 alle ore 10.30. 

Presidente della Scuola è il senatore G. Vaccaj, valente uomo politico, musicista e pittore, particolarmente sensibile al valore dell’istruzione e alla necessità di istituire scuole d’arte; egli così scriveva: “Uno spirito capace del bello è già uno spirito civile. Azione sommamente civile elevare la gente alla comprensione del bello”. 

Direttore della scuola è Luciano Castaldini, (Bologna 1855 - Pesaro 1924) acquerellista e pittore che, prima di arrivare a Pesaro, aveva partecipato a varie mostre. Egli, affiancato dal professore Giacomo Pascoli, dirige la Scuola d’Arte Applicata dal 1889 al 1921. 

Per l’insegnamento pratico, essa si avvale delle officine dove gli allievi erano occupati di giorno: il Castaldini si recava presso di loro per curare l’esecuzione degli oggetti disegnati la sera nella scuola. Castaldini, maestro per oltre vent’anni dell’artigianato pesarese, contribuisce all’affermazione della scuola in mostre nazionali e internazionali: nell’esposizione di Parigi del 1900 per i manufatti inviati, la scuola è premiata con una medaglia. 

In seguito la scuola “ Castaldini”, così veniva chiamata a Pesaro, per l’aumento degli alunni, viene trasferita con delibera comunale del 1901 nei locali più ampi dell’ex caserma di San Domenico in via Giordano Bruno. Tra gli allievi del tempo ricordiamo nomi destinati alla carriera artistica: Francesco Carnevali (Pesaro 1892-Urbino 1987).

Dalla lucida presentazione fatta da Giuseppe Vaccaj nel 1892, si chiarisce che essa era stata scambiata per una scuola leggera, di diletto  e senza una formazione specifica, ma si dimostrò subito una istituzione molto diversa  “ e l’epurazione non tardò ad arrivare”. 

Si insegnavano ebanisteria, ceramica, lavorazione del ferro, decorazione. Non venivano accettati giovinetti che non avessero frequentato la quarta elementare e si sottolinea come l’ingresso alla scuola a dodici anni fosse considerato con obiettivi ben diversi da quelli perseguibili a quindici. L’obiettivo era non trascurare il settore creativo e artistico nella generale riformulazione della cultura e della formazione.

L’idea era di creare delle professionalità in grado di trasformare un pensiero in un prodotto realizzabile con procedimenti industriali, assolutamente in linea con la contemporanea ricerca in tutta Europa di uno stile nuovo e moderno e sia i candidati che le famiglie capirono che “questo era un concetto più provvido e saggio”.